Start da Sala Comacina per ridurre l'eterno rientro a fine giro lungo il lago. Appena dopo il cimitero subito pendenze teleferiche che diventano a tratti ascensoristiche. Fondo sempre selciato e perfetto ma ulteriormente faticoso. Oltre ai polmoni c'è da sputare anche la peperonata di zia Carmela per rimanere in sella ma per lunghi tratti alternati non basta neanche quello. Niente di grave si spinge senza problemi sotto un caldissimo sole invernale godendosi panorami sul lago da urlo. Salendo i ruderi abbandonati diventano via via ristrutturati e così il pedale sempre più stabile ma comunque sudato. Bel sentierino per aggirare la Cima Duaria e poi scialli fino in cima. 1691 m di panorama !
Tutto il resto è il classico giro. Rif. Venini -> lunghissimo traversone fin sotto il Crocione -> tornantoni militari facili -> galleria -> mulattiera e risalitina ai Monti di Nava per la parte di discesa più interessante. A parte qualche passaggio difficile, e uno irrisolto in corrispondenza della frana, il sentiero è ancora oggi ben percorribile ma da non sottovalutare per esposizione e potenziale pericolo. Ultranoto da 20 anni ma sempre meritevole. Finale con qualche scaletta tecnica e si rientra per il lungolago in maglia gialla.
In conclusione: guai a chi prende la funivia ad Argegno (ammesso che funzioni ancora) !
#ciclodisagio
Distanza: 37 km
Dislivello: 1800 m
Tempo: 6.5 h
Difficoltà tecnica: Medio
Condizione fisica: Medio-Duro
Traccia gps: Galbiga Venini
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