domenica 13 ottobre 2024

Val Loana - Cima della Laurasca 2193 m

Giro esplorativo in Val Loana, zona situata a sud della val Vigezzo fino al confine con la val Grande .

Partenza da Malesco (780m) su facile bitume, fino ad incrociare la comoda sterrata che ci porta al rifugio Nigritella (1491 m). Da qui spintage impegnativo fino ad arrivare alla Cima (1810 m) da dove si gode della vista completa su tutta la cresta a est della valle che dobbiamo percorrere oggi. Si tratta di un saliscendi panoramicissimo: alcuni tratti di cresta ciclabili, altri anche no. In ordine, si resta in sella per un discreto tratto passando sotto la testa del Mater (1846) e si scende bici a fianco alla Forcola (1685 m). Da qui ottima vista verso la valle e la relativa discesa che porta a Finero. Si risale in spinta/porta su interessante (per una eventuale discesa) sentiero a chiocciola ottimamente mantenuto, poi traverso in spinta su tratto dove sono presenti 4 punti con corde fisse (la difficoltà è dovuta soprattutto alle rocce umide) e si sbuca all’imbocco della salita (sempre in modalià spintage/portage) con la quale si raggiunge l’alpe Cortechiuso (1883 m) con l’omonimo bivacco . Breve micropedale e si risale in comodo e panoramico spintage alla bocchetta di Cortechiuso (2066m).  Da qui altro micropedale in discesa, poi traversone solo in alcuni brevi tratti ciclabile che conduce all’incrocio con la salita alla Laurasca, sotto panorama top sul laghetto del Marmo e su tutta la val Loana. Imbocco bello vertical su pietre lissie e scivolosissime, qualche indecisione su possibili tracce da prendere per salire e decidiamo di abbandonare lì il mezzo e proseguire a piedi. Raggiungiamo la cima della Laurasca (2193 m), vista 360° magnifica, soprattutto sulla val Grande. Tornati alle bici si scende in sella per un tratto di tornantismo bello tosto, per poi passare ad uno difficilmente ciclabile tra scogli fissi bagnati che ci catapulta al bivacco Scaredi (1840 m). Da qui sempre ciclabile fino a Cortenuovo (1792m) da dove inizia un delirante e lunghissimo sentiero misto scogli fissi e mobili, che ci tramortisce e ci costringe a diverse pause per rifiatare: non c’è un centimetro dove ci si può distrarre, evitate di mangiare appena prima di percorrerlo 😊. Arrivati alle Fornaci (1344m) si prosegue in relax fino al Village Green (1260m) dove arriviamo con solo 2 ore e 40 in ritardo su quanto stimato: leggerissimamente sottovalutato come tour.
Bon decidiamo che può bastare, prendiamo il sentiero nel fitto bosco che costeggia la sinistra del torrente Loana e che porta a Crotto. Da qui si prende il sentiero natura (poco mantenuto ), che con un interminabile e noioso saliscendi ci riporta a Malesco.

Per concludere: tour esplorativo esigente, panorami da cartolina, inevitabilmente da “nicchia del disagio” per citare il titolare, ma che apre altre possibilità di variazioni di percorso per aumentare la percentuale IN bici.

Distanza: 25 km
Dislivello: 1850 m
Tempo: 9 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia Gps: Val Loana - Cima della Laurasca











Monte Bassetta 1744 m

Monte Bassetta, dominante sulla confluenza del fiume Adda e Mera che originano il lago di Como.

Start dal comodo parcheggio dietro al cimitero di Dubino SO pedalando su bitume, cemento e qualche tratto sterrato arriviamo comodamente a quota 1300 m dove prendiamo il sentiero in direzione passo del Culmine.

La prima parte pettinata sino sotto il rifugio permette qualche pedalata dopo di che il lungo traverso verso il passo presenta molti ostacoli e il sentiero è troppo stretto per essere pedalato .... quindi spintage e portage comodo sino al passo del Culmine rimanendo nell'ultima parte sul sentiero principale (ho provato una divagazione in traccia per intercettare il sentiero che sale al monte Brusada ma lasciate perdere).

Dal passo del Culmine torniamo in bike finalmente e ci godiamo un bel ST in cresta sino in prossimità della malga che raggiungeremo dopo aver piantato la bandierina sul pianoro del monte Bassetta 1744 m.

Iniziamo ora a scendere in cresta su ST con passaggi impegnativi ed alcuni anche esposti nella parte centrale (possibile qualche passo qua e là). FIGATA
Si arriva belli contenti e alla strada cementata che prenderemo in salita sino ai prati dell'O.

Ora seconda trance in discesa su ST molto scorrevole e tornantosa nella prima parte ed un finale più ripido e tecnico. MOLTO FIGO

Atterriamo nuovamente su rotabile che risale da 500 m sino ad 800 m per iniziare la discesa finale. Anche questa veramente bella e divertente con qualche passaggio molto impegnativo ma di valore che aggiungeranno ancora divertimento e valore al tour. TOPPERIA

Con comoda e piacevole pedalata torniamo allo start con in saccoccia un divertentissimo e tecnico tour che vista l'esposizione sud e il fondo è ottimo da percorrere tutto l'anno, anche dopo le piogge.


OLLAMADONNA KE SPETTAKOLOOO 
Stay tuned

Distanza: 33 km
Dislivello: 2200 m
Tempo: 8 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Medio Duro
Traccia Gps: M.Bassetta











sabato 12 ottobre 2024

Doppietta Pointe Chaligne 2607 m -> M. Labiez 2629 m

Terminato l'assalto estivo dei merenderos a pile la doppietta Chaligne - Labiez regala grandi soddisfazioni autunnali.

Start appena sopra Le Condeminaz 1230 m dopo Gignod AO, accesso comodo e veloce, parcheggio monomandatario e acqua più avanti. Salita a pedale da educande illibate passando per Buthier e frazioncine varie, regno incontrastato della merda di vacca. Dal rifugio Chaligne 1950 m ottimo traversino di moquette. A seguire Tza de Chaligne e Col de Metz. La punta 2607 m è subito lì e già la conoscete. La maggior parte dei video mtb promozionali della valle sono girati qui perchè in effetti tutta la cresta est è veramente meritevole e panoramica anche nelle giornate incerte come oggi. Unico difetto il terreno ben poco assorbente, ci vorrebbero le "ali". Al col de Tardiva 2410 m sono tentato di scendere subito nel vallone di Ars ma non sono sicuro si possa evitare la poderale alta 200 m più sotto. Si scende dunque amabilmente fino a 1920 m e si entra dall'ingresso principale.
Il successivo Mont-labiez-2629-m è incomprensibilmente trascurato da tutti i bipedi ma è generoso di panorami e tecnicismo. Oggi giusto per fare un pò di fatica ignorante prendiamo l'ascensore senza passare dal col d'Ars. Traccia virtuale, verticalismo gratuito per 200 m.
Foto social e zö de lè !
Tornantismo "io speriamo non muoro", terreno rocciosetto amichevole anche nelle giornate di flusso intenso con assorbente interno e tecnicismo di livello fino ai pochi metri NC-NR sotto la croce.
Beddu, beddissimo ma solo per operatori del settore e amanti del lento violento, non so se me la sento.
Se sono rimasti denti a sufficienza si può proseguire belli allegri da appena sopra la strada militare su flow moquettato doc tra larici in fiamme e pignette dell'aMMore. 
A 1730 m la cosa migliore è scendere diretti su S.Oyen per continuare con l'impegno tecnico come mappato qui msaron-2681-m ma poi sarebbe un calvario in piano per Phoebe quindi rimaniamo sulle forestali fino a Yettes, risaliamo ripidi e assorti verso Ételey e scendiamo su sentierone facile ma piacevole. Altro breve trasferimento forestale ed infine ultimo sentiero fino al Ru Neuf. Si parte bene anche se molto trascurato poi ho perso la traccia e ho finito cinghialato in freeride. Vabbuoh.
Ciclabile mamme e bambini e siamo alla macchina.

In conclusione: ottima doppietta autunnale, poco portage ma tanto divertimento.


Distanza: 34 km
Dislivello: 2450 m
Tempo: 8 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia Gps: Chaligne Labiez
















giovedì 10 ottobre 2024

TOR MTB 2024

Si può fare il TOR in mtb, magari rispettando il cancello gara di 150 ore?
Tutto è nato così.
Da una domanda stupida, posta da persone ancora più stupide.
Una di quelle cose che si dicono ma che non si tirano mai fuori dal cassetto delle minchiate per portarle sul piano della realtà.
Invece dopo mesi di incubazione sono riuscito a partorire l'idea perfetta per testare la mia soglia di sopportazione di sofferenza e disagio.
Qui descrivo il percorso seguendo le tappe con cui l'ho diviso.
Inizialmente doveva essere diviso diversamente ma durante l'avventura ho poi modellato il programma in base alle necessità del mio fisico di riposare.
Se qualcuno dovesse essere abbastanza stupido da volerlo ripete mi contatti per qualsiasi ulteriore
informazione.

Prima tappa da Courmayeur al rifugio Chalet de l'Epee
80 km e 4600 m d+ circa
pedal 1100 m 
portage 3500 m
Completata in 17h30
4 ore di sonno

Partenza dal centro di Courmayeur 1200 m, primo pezzo su asfalto poi dopo una piccola sezione di bici a
spinta, per iniziare a saggiare cosa ci aspetterà per i prossimi 26k di dislivello, si arriva ad una poderale a tratti dura ma pedalabile che porta agevolmente al Col d'Arp 2571 m da qui discesa semplice ci adagia a La Thuile 1450 m in comodità.
Da qui si pedala agevolmente fino alle cascate del Rutor seguite da portage/spintage per guadagnare il rifugio Defeyess 2487 m. Tagliatelle con cervo da sballo.
Per arrivare a Valgrisanche attraverso il Passo Alto 2846 m iniziano ad essere sudore e bestemmie. Deportage anche per la discesa in zona bivacco Zappelli 2279 m. Risalita al col de la Crosatie 2826 m con tratti attrezzati croccanti che con neve o ghiaccio farebbero impensierire le mutande. La parte finale di discesa diventa tecnica ma ciclabile e ci ritroviamo in Valgrisa.
Salita al rifugio Epée 2370 m inizialmente pedalabile e tranquilla poi traverso in facile portage e si può fare una pausa con le offerte culinarie dei super gentili gestori. Provare per credere!

Seconda tappa dal rifugio Epée al rifugio Dondena

60 km e 4600 m d+ circa
pedal 900 m
portage 3700 m
completata in 27h30
1h30 di sonno

Salita al Colle Finestra 2843 m in portage totale, azz si inizia a tribulare. Prima parte di discesa molto ripida e con terreno non sempre grippante ma qualcosa si fa, poi migliora e ci si diverte staccando tutti i
controlli.
Da Rhemes Notre Dame nuovamente portage integrale fino al colle di Entrelor 3002 m. Qui discesa in
comune con la classica Punta Percià. Gas aperto e in pochissimo tempo si viene catapultati a Maisonnasse 1650 m pronti per ricomincia con portage integrale e asburgico fino al Col Loson 3290 m. Difficile solo nell'ultima parte causa terreno molto friabile che fria e frana. Discesa con primi metri di corde fisse che si possono provare con dotazione di mutande di ghisa ma consiglierei almeno terreno asciutto. Poi il sentiero diventa un bellissimo flow da gas aperto, con qualche piccola interruzione causa frane, fino al rifugio Vittorio Sella 2578 m. Da qui rotto e tecnico, con violenza gratuita per copertoni e cerchi, fino al ponticello comunque tutto ciclabile. La parte dopo il ponte, fino a dentro al bosco, diventa molto difficile causa rocce e gradoni quindi ciclabile solo a tratti se si vuole tenere in bocca tutti e trentadue i denti. Il sentiero nella parte finale prima di Cogne torna ad essere scorrevole e facile, qualcuno direbbe mammario.
Salita fino al rifugio Sogno 2527 m che è in comune con la classica salita all'Invergneux, con tutto pedal per scaldare la gamba. Dal rifugio si torna a fare sano portage fino a finestra di Champorcher 2823 m. Discesa fino al rifugio Miserin 2580 m tecnica e non banale poi poderale fino al Dondena.

Terza tappa dal Dondena al Barma

60 km e 3000 m d+ circa
pedal 1700 m
portage 1300 m
completata in 21h
5h sonno

Dal Dondena si va a prendere la discesa su Champorcher denominata scaletta. Single track di rocce tecnica e bellissima, tutta ciclabile di difficoltà costante medio/alta ma da pannolone causa divertimento assicurato.
Da Champorcher si alternano pezzi di poderale con alcuni tratti molto scomodi e praticamente a ciclabilità zero causa pietre infami fino a Pontboset circa. Un po' di portage nelle risalite per non farselo mancare mai e nell'ultima parte prima di Bard 350 m si torna ad una discesa facile e godibile. La salita fino al rifugio Coda 2254 m alterna una prima parte di asfalto e una di portage con pietraia e sentiero. Dal Coda al Barma 2060 m è una delle parti più difficili e provanti per la bici perchè la ciclabilità, anche nelle discese risulta quasi pari a zero. Agonia assicurata e vi chiederete sicuramente chi ve l'ha fatto fare. Non bisogna demordere. Qui il portage è difficile in mezzo a pietre e vegetazione sporgente che vi farebbe sognare un lanciafiamme per farvi largo in mezzo ai rami.

Quarta tappa dal Barma al rifugio Alpenzu

33 km e 2500 m d+ circa
pedal 300 m
portage 2200 m
1h di sonno

Continua la sezione da psicologo e ansiolitici. Con disagio e disperazione si arriva al colle della Vecchia 2200 m attraverso i colli Marmontana 2349 m e Crenna Dou Leui 2306 m, e voi spererete di scendere dal classico sentiero a tornantini e invece no.
Si punta verso Niel e dopo una prima parte diversamente divertente si ritorna a fare pezzi di deportage con bestemmie annesse. QI necessario sicuramente inferiore a 60 punti.
Almeno al ristoro di La Gruba 1564 m la polenta è spaziale e vi farà dimenticare un po' delle pene infernali che avete patito per arrivare fino qui! 
Salita, neanche a dirlo, in portage fino al colle Lazoney 2389 m.
Dal colle finalmente si torna in sella e si riesce a scendere godendosi la discesa e tornando a non odiare completamente questo sport. Tappa obbligatoria all'agriturismo Blekene.
Sentiero tecnico poi scorrevole fino a Gressoney.

Quinta tappa da Alpenzu al rifugio Magià

55 km e 4000 m d+
pedal 800 m
portage 3200 m
Compleata in 22h
7h sonno

Portage integrale per passare dal rifugio Alpenzu e via su fino al Col Pinter 2777 m. Qui chi ha fatto il Testa Grigia (consigliato) sa che la discesa è da lacrime ad esclusione del pezzo (corto) con corde fisse. Il
resto è un tripudio di pietre e divertimento. Braccia tritate ma felicità a fondo scala!
Finalmente si pedala un po' in salita e da Champoluc al rifugio Tournalin 2546 m si usa la bici anche per
salire ma non vi abituate troppo!
Breve portage fino al Col di Nannaz 2773 m poi si scollina al Col de Fontaines 2680 m e da qui una delle più belle discese della valle ci fionda giù fino a Valtournenche. Fatta senza pause è dura ma soddisfazione che zampilla da ogni poro. Tecnica ma godibile dall'inizio alla fine. Fatela!
Ora si torna a caricarsi la bici sulle spalle per salire al rifugio Barmasse, piccolo pezzo di poderale poi nuovamente portage per scollinare la Fenetre d'Ersaz 2285 m e continuare verso la Fenetre du Tsan 2720
m.
Da qui si scende fino al rifugio Magià. Non so classificare bene la ciclabilità in quanto mi sono trovato su questo segmento di notte con vento forte e nevicata in corso. Non le condizioni migliori per portare a casa la pelle scendendo in sella.

Sesta tappa dal Magià al rifugio Champillon

45 km e 3500 m d+
pedal 500 m
portage 3000 m
completata in 21h
1h sonno

Anche qui portage praticamente integrale fino a scollinare il rifugio Cuney 2650 m, poi brevissima discesa
tecnica, risalita al Col de Chaleby 2680 m e via fino al Col di Vessonaz 2777 m.
Nuovamente un po' di discesa divertente fino a Oyace, a tratti difficle.
Da Oyace 1300 m si risale al Brison 2510 m, neanche a dirlo portage praticamente integrale e discesa su Ollomont tecnica e a tratti molto difficile. Qualche passaggio troppo hardcore da provare durante il TOR.
Da Ollomont si può sfruttare un po' la poderale con pendenze in alcuni casi da gambe bioniche però volendo si potrebbe pedalare fino al rifugio Champillon 2428 m se si vuole evitare il portage del sentiero.

Settima tappa dal rifugio Champillon a Courmayeur

70 km e 4100 m d+
pedal 2000 m
portage 2100 m
completata in 15h

Si vede quasi la luce!
Dal rifugio si sale (portage) al colle omonimo 2709 m.
Discesa che non posso valutare fedelmente in quanto fatta con molta neve a terra, quindi mi attengo alle dichiarazioni del buon Paiogs che la ritiene ciclabile con buone mutande in dotazione!
Invece confermo che la parte bassa è godibile e divertente. Fino a Saint-Rhemy si viaggia su saliscendi in poderale quindi tutto agevole.
Si inzia finalmente la salita al Malatrà 2925 m che fa capire di aver quasi finito l'agonia. Fino all'alpeggio sotto il rifugio Frassati si può sfruttare la strada e pedalare un po'. Poi si torna alla dura realtà e la bici va di nuovo portata. Prima del colle c'è il famoso e famigerato tratto attrezzato ma in realtà, anche con la neve, io l'ho trovato molto agevole. La discesa verso Courmayer è bellissima! Io seguendo il percorso della gara ho dovuto ancora scollinare il Col Entre Deux Sauts 2525 m e fare la circumnavigazione di Testa Bernarda. Però così facendo si va a passare dal rifugio Bertone 1980 m e si può godere di una discesa su Courmayeur ripida, fatta di pietre, radici e tornanti. Non c'è modo migliore per chiudere questo anello del disagio.

Totale 148h 24 minuti
Ore totali di sonno 19.5
Ore in movimento 100
Dislivello su traccia Garmin 26314 m con 389 km: TOR MTB 2024

Di cui portage 19000 m circa

Risultato

Ho capito che si può fare meglio quindi stay tuned per sviluppi ancora più da ricovero psichiatrico

IL CALDO















domenica 6 ottobre 2024

Gran Piano 2220 m - Cialma 2260 m: il Disagio del Re

I 100+ tornanti dello scouting di Luca Sentiero del Re 2911 m - 3005 m con finale inedito
mi hanno tolto il sonno per una settimana. Non resta che dedicargli un itinerario ad hoc e completare la mappatura insieme a Fabio, MTB-TOR finisher 2024, e socio Vittorio.

Star da Pianchette 1180 m, valle Orco.
Breve ma ripido asfalto fino a sopra Balmarossa 1380 m, due spintarelle e siamo alla mulattiera Reale.
Un capolavoro d'altri tempi ancora in buono stato di conservazione che permette di pedalare, con buona gamba, al 80-90% fino alla Casa di Caccia del Gran Piano 2220 m. Veramente notevole !
Purtroppo il meteo oggi è proprio loffio e l'explo ai laghi superiori di Ciamousseretto è rimandata.
Passato il ponticello, qualche metro disagevole sotto la Casa, si prosegue in falsopiano per poi svalicare, con 2-3 tornantoni semipedalabili/spintabili, nel Vallone del Roc. Un traversone panoramico (suppongo) da urlo quasi completamente ciclabile tutto sul filo dei 2250 m ci pedala fino all'Alpe Foges dove ci si ricongiunge alla classica discesa dal Terra-Porta. Bello assai !
Fino a Cà Bianca 1950 m attraverso il colle Sià il percorso è il medesimo, sempre valido e non banale.
Altro sentiero balcone ma questa volta ben poco ciclabile e si risale spesso in Portage fino ai 2260 m appena sotto il Casotto delle Cialme. Paninetto ghiacciato, mutanda di ghisa e ... zò de lè !
I 600 m di vertical a piombo su lago di Ceresole sono magistralmente addomesticati dai 100+ tornanti dell'aMMore. Tutti ben stretti, tecnici e mai banali. Oggi anche vaginosi ma comunque sempre su terreno ottimo tranne qualche tronchetto della felicità in legno. Esaltanti, serrati ma specialistici. Marooo !
Atterrati poco sopra Ceresole 1700 m, ritraversiamo sul sentiero dei sensi prima scialli scialli su moquette reale poi il geometra del Re deve essere andato in ferie perchè diventa single con varie pietraie che abbassano la ciclabilità. Vabbuoh oramai siamo alla risalita vera e propria su fino al Prà del Cres 2000 m a pedale nullo. La discesa parte poco più avanti. GTA, ottimo e divertente con diversi passaggi più tecnici.
Poco sopra Borgo Vecchio 1580 m la vaginosità diventa veramente troppa e una volta giocati i jolly di giornata non rimane che portare a casa la pelle evitando come la morte le pietre muschiate. Fortunatamente la fitta faggeta successiva fa tornare il testosterone in bolla e il gran finale super tecnico, fisico e a chiocciola di scogli fissi ci deposita alla macchina con ancora tutti i denti a disposizione per il bacio accademico all'asfalto.

In conclusione: Top tour, dislivello abbordabile ma contenuti tecnici di primissimo livello. Marca giù !


#JAGTeam
#ciclodisagio

Distanza: 27,5 km
Dislivello: 2000 m
Tempo: 9 h
Difficoltà tecnica: Molto Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia gps: il Disagio del Re









sabato 5 ottobre 2024

Valle Orco - Colle di Nel 2551 m e Lago delle Rocce 2440 m

Giro in valle Orco con partenza da Ceresole Reale, speculare rispetto a quello della settimana scorsa (sentiero-del-re-2911-m-3005-m).

Partenza dal paese (1556m) con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, asfalto per un breve tratto dopo la diga e si comincia: si sale in soft portage contemplativo, immersi in un bellissimo bosco fino ad arrivare all’alpe Loslà (2040 m) dove si ammira la Cima della Piccola (2868 m) innevata. Si attraversa sempre in spinta un pianoro un poco paludoso e si arriva all’attacco della salita bella ripida per il Colle di Nel (2551m): portage duro con pietraia sul finale. Arrivati in cima la vista è semplicemente magnifica. In direzione della salita appena percorsa il lago di Ceresole e più in alto il laghetto di Dres. Verso sud-ovest gli over 3000 con le Levanne, l’Aguille Percèe e la punta dell’Uja. Verso nord-ovest, in basso, l’ampia Alpe di Nel e all’orizzonte la Punta di Galisia e il Basei . Il cielo è terso la temperatura si è alzata: mi pregusto la discesa. Parte ripida ma si cicla, c’è una inaspettata traccia pulita pulita in mezzo alla pietraia, solo in alcuni tratti pago penalità ma solo per la profondità del solco che si attraversa. Scegliendo bene le traiettorie si riesce a stare in sella alla grande: topperia !
Si arriva cosi all’alpe di Nel, si attraversa in sella senza problemi fino al rifugio Jervis (2240m): le Levanne son così vicine che sembra le puoi toccare . Decido di fermarmi più del dovuto ad ammirare il panorama, oggi me la voglio prendere comoda ....
Finito il riposino proseguiamo sul 530 (consigliato da un esperto del settore disagio) e ci troviamo di fronte una lunga discesa di quelle toste, tutta da guidare in attacco, tra pietre e radici ma sempre in sella. Una discesa dove è consigliato un ammo dietro generoso per intenderci 😊 . Quasi in fondo una manciata di sfiziosi tornantini e arriviamo discretamente brasati ma pienamente soddisfatti all’incrocio con la strada per il Nivolet.
Ormai sono fuori tempo per portare a termine il giro che mi ero prefissato ma va bene cosi, vada per i 2/3. Proseguo su statale fino a incrociare il 532a che su comoda sterratona ci porta ad attraversare il vallone del Carro. A circa 2170m si attraversa una pietraia e si prende a salire, con un misto di spintage/portage, all’alpeggio delle Rocce Grandi, fino a sbucare all’omonimo lago (2440m). Altra pausa contemplativa poi comincia l’ultima discesa.
Start molto blando, qualche micro passaggio difficoltoso e girato l’angolo booom !!! 
Vista da sindrome di Stendhal sul lago Serrù, in basso una discesa che sembra apparecchiata apposta per un finale da incorniciare ed infatti è così. Il menù prevede tornantismo quanto basta su un terreno che ricorda le mie gite sul Supramonte, alcuni passaggi su brecciolino che attraversa la flora con colori autunnali sul rossiccio, una discesa da fare in punta di piedi senza spostare un granello di polvere, da non lasciare traccia di passaggio. Oggi non poteva andarmi meglio, due salite due discese una più bella dell’altra. Finisco il tour percorrendo il sentiero Italia che costeggia il torrente Orco, qualche saliscendi ma tutto perfettamente ciclabile e ritorno su asfalto al mezzo .

In conclusione: ho già detto tutto, guardatevi le foto.


Distanza: 30 km
Dislivello: 1900 m
Tempo: 8 h
Difficoltà tecnica: Difficile
Condizione fisica: Duro
Traccia Gps: Valle Orco - Colle di Nel e Lago delle Rocce