Start da Gressoney La Trinité 1600 m parcheggio gratuito dopo il 15/9 proprio in centro con acqua e servizi 5 stelle. Salita alla Bettaforca 2700 m oramai ipercollaudata ma con gambe fresche interamente e faticosamente pedalabile al 100%. Dall'orrendo colle facili spintarelle e soft portage fin dopo i ruderi di un vecchio bivacco appena oltre il Colle di Bettolina sup. 3140 m. Oltre non sembra molto igienico proseguire, si accettano volontari. Ambiente lunare e panorami a fondo scala su tutto lo scibile del Rosa Ayas-Lys appena imbiancato dalle nevicate recenti. Cielo blu cobalto. Cecità permanente. Topperia di primissimo livello.
Discesa ON: si torna con grande gaudio sui nostri passi tra roccioni e laghetti in vista fino alla poco visibile deviazione per sentiero 1 a quota 2900 m dove ci scartavetriamo giù per il vallone solitario. Sentiero di primissimo interesse per contenuti tecnici e ambiente selvaggio con scorci sul Rosa inarrivabili. Qualche passetto quà e là è da mettere in conto per passare brevi balze troppo ripide ma niente di rilevante. Alternanza di tecnicismo a brevi pianori erbosi ma mai banale. Parte finale da alpeggio a 2300 è entusiasmante con serie di tornati da manuale delle giovani marmotte del nose. Passato il Lys cappottoni a raffica su stesso finale dell'Alta Luce. Atterrati belli barzotti e contenti alla strada la giornata sarebbe anche già pronta per essere terminata in osteria ma manca ancora la sofferenza e il disagio. Acqua e si riparte verso la Punta Jolanda su rattoni mortali necessariamente spingibili ma anche con qualche pedalino. Appena dopo evitiamo la pista su sentiero carino e ameno fino ad andare a prendere il tracciolino del Gabiet fino alla diga. Bello. Il sentiero che scende diretto in paese è ottimo e abbondante ma già fatto quindi procediamo verso l'ignoto seguendo il traversone del Walser trail recentemente ripristinato. Fino all'Alpe Scarpia si va via bene con buona ciclabilità tutta a sbalzo sul fondovalle poi il disagio aumenta esponenzialmente con continui dentro e fuori in portage e solo qualche breve tratto di discesa in sella fino al promontorio che precede i ruderi di Netch Flue. Qui inspiegabilmente il sentiero sale ancora sudatissimo verso il bivacco Gastaldi anche per chi invece vuole scendere (basterebbe tagliare dai ruderi in traverso). In ogni caso a 2400 m si punta a valle belli brasati. Sentiero subito impegnativo con difficoltà a riprendere il ritmo su scogli multipli prima in contropendenza e poi in falsopiano verso il torrentello. Appena dopo le difficoltà aumentano ulteriormente dal bivio per le baite di Ciampono con aggravante che sentiero scende in totale ombra. Oggi non siamo riusciti a godercelo perchè era veramente troppo vaginoso con rocce viscidissime e impossibili da guidare. Ritornati su versante più solivo le cose migliorano ma le difficoltà non accennano a diminuire precipitando fino in paese tra passaggi della morte vari dove ci si arrangia come si puo'. Finale in comune al Netschò ancora bello impestato fino al bacio dell'amore su asfalto direttamente alla macchina.
In conclusione: girone bello impegnativo e faticoso, la seconda parte merita un ritorno con condizioni di fondo migliori studiando bene i passaggi con calma oppure provare il proseguimento del traverso verso Ciampono.
Stay Wild
#ciclodisagio
Distanza: 30 km
Dislivello: 2400 m
Tempo: 10 h
Difficoltà tecnica: Molto Difficile++
Condizione fisica: Molto Duro
Traccia Gps: Bettolina Gastaldi
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